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Non spaventarti se faccio prove di morte
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(quando penso a chi a breve
forse anni a manciate
lascerà in una casa
il posto vuoto in salotto
o quando penso che anch’io,
se ti andrà di chiamarmi,
sarò numero e voce
che non risponde al telefono)
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c’è voluto del tempo
per arrendermi al tempo,
per mollare la foto
di quando il tempo è abbastanza
e distante è il morire
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ma è un’acqua la morte
che trasuda dai muri
poi s’allarga la crepa
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e si attende la piena
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Forse di dovrebbe morire
dopo il bacio
un’ebrezza di sole
nell’istante assoluto
quando tu e dio
un’unica cosa
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e non sopravvivere
al tempo del dopo
quando senza più baci
è agonia della bocca,
quando all’ombra non basta
che sia luglio o agosto
ché non si sanano piaghe
nelle acquasantiere
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bisognerebbe morire al culmine
quando ancora si è in volo
quando in vetta alla cima
respiri ossigeno e azzurro
e non l’attimo dopo
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nell’istante pesante
che ti vedi cadere.
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Alla fine è già vita
la maglia delle foglie
coi colori d’ottobre
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(sta nella sera
un filare di chiome
i lampioni già accesi
nelle case la cena)
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è già vita
questa tregua del giorno
(stanno spenti i motori
si diradano i treni
qualche passo risuona
di chi ultimo ha fretta)
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d’improvviso è un silenzio
tra le foglie e la luna
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un chiarore di siepi
una tremula luce
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(sto con gli alberi un breve
e respiro l’eterno).
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[da Biografie, 2019, Terra d’ulivi edizioni]
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Francesco Palmieri è nato ad Altamura, nell’entroterra barese, vive e lavora come docente di materie letterarie in un Comune a nord di Milano. Collabora con siti, riviste e case editrici, occupandosi prevalentemente di critica. Suoi testi sono presenti in rete e in antologie. Nell’ottobre 2012 ha pubblicato, per i tipi de La Vita Felice, la sua opera prima Studi lirici. (solo parole d’amore), cui sono seguite altre raccolte, edite da Terra d’ulivi edizioni: Fra improbabile cielo e terra certa (2015), Il male nascosto (2016) e Biografie (2019).
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Immagini by I.P.