Q.B.

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Entra in casa, siedi.

Chanel numero 5 non lo uso

ma ho sangue numero 0 nelle vene,

non porto calze né baci da 30 denari,

Giuda è solo il nome di un vino,

nessun grado di separazione fra la mia testa e il tuo cuore.

Ho apparecchiato la tavola:

1 foulard di seta per tovaglia

2 piatti di ceramica Galvani

2 foglie gialle per pulire le bocche

2 calici che ho scelto tra quelli non amari delle nostre vite

12 bacche rosse più per bellezza che altro

6 grani di pepe scuro

qualche frutto della mia immaginazione (a km 0)

1 uovo come centrotavola.

Dalla finestra odore di pioggia quanto basta (q.b.).

Tutto è giusto adesso,

anche quello che non ho calcolato,

anche le nostre ferite,

anche l’infanzia che è stata,

anche il vento fuori,

anche i cani randagi,

io che ti dico una cosa assurda riguardo all’uovo

e tu che ti commuovi.

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In soccorso: C’è tempo, Ivano Fossati

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[Odette Copat, da Un diario malincomico, sez. Autunno, un libro-diario-prontuario di cui dirò di più in un prossimo post]