Non è possibile non intendere il fascino della parabola di vita narrata da Terrence Malick. Non è possibile sottrarsi al richiamo atavico della sua poesia.
Che è fatta di colori, forme, immagini, rumori, cellule, foglie, embrioni, eliche, suoni, falangi…
Infine sguardi, percezioni…
Parole.
E racconto.
Come non essere condotto per mano da una così essenziale e potente narrazione?
Attraverso le età e le prese di coscienza.
La formazione dell’essere e del carattere.
Fino a giungere alla visione.
Retrospettiva. Adulta.
Consapevole.
Alla soglia dell’ombra.
Laddove lo sguardo non ha più bisogno di occhi per vedere.
E ricevere.
Verità.
E luce.
[P.B., 22/12/2014]