Soggetto, non oggetto

[una dichiarazione d’amore]

 

Fin dall’inizio, con lei fu tutto diverso. Non finzione stavolta, non qualche proiezione delle tue fantasie interiori, ma una persona reale, e lei impose la sua realtà su di te dall’istante in cui vi metteste a parlare, cioè da un istante dopo quello in cui il comune conoscente vi presentò nell’atrio del centro 92nd Street Y dopo una lettura di poesia, e dato che lei non fu né ritrosa né sfuggente, dato che ti guardò negli occhi e affermò se stessa come una presenza fondatissima, non avesti modo di tramutarla in qualcosa che non era – cioè di inventarla, come avevi fatto nel passato con altre donne, perché si era già inventata da sé. Bella, certo, senza ombra di dubbio una bellezza sublime, una bionda alta più di un metro e ottanta con gambe lunghe, magnifiche, e i polsi esili di una bimba di quattro anni, la personcina più grande che avessi mai visto, o forse la più piccola fra le grandi, eppure non stavi guardando un remoto oggetto di splendore femminile, stavi parlando con un soggetto umano vivo e respirante. Soggetto, non oggetto, perciò non erano consentite illusioni. Non erano possibili inganni. L’intelligenza è l’unica qualità umana che non si può simulare, e quando i tuoi occhi si furono abituati allo splendore della sua bellezza capisti che era una donna geniale, una delle menti migliori che avessi mai incontrato.

 

[Paul Auster, da Diario d’inverno, Einaudi Ed.]

 

Paul Auster, Siri Hustvedt

Paul Auster, Siri Hustvedt – web