Non confondere l’amore con la vita

Pier Vittorio Tondelli

Pier Vittorio Tondelli – web

 

Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di questo abbraccio e non chiedere altro perché la sua vita è solo sua e per quanto tu voglia, per quanto ti faccia impazzire non gliela cambierai in tuo favore. Fidarsi del suo abbraccio, della sua pelle contro la tua, questo ti deve essere sufficiente, lo vedrai andare via tante volte e poi una volta sarà l’ultima, ma tu dici stasera, non è già l’ultima volta? Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quando ti cerca in mezzo alla folla, fidarsi del suo addio, avere più fiducia nel tuo amore che non gli cambierà la vita, ma che non dannerà la tua perché se tu lo ami, e se soffri e se vai fuori di testa, questi sono problemi solo tuoi; fidarsi dei suoi baci, della sua pelle quando sta con la tua pelle, l’amore è niente di più, sei tu che confondi l’amore con la vita.

[Da “Biglietti agli amici” di Pier Vittorio Tondelli]

black hole sun

Felicità

siamo persone
orbite in spazi, epoche
diverse
distanze infinite.
eppure, da lì
ci siamo visti
ci siamo sfiorati
carezzati
ingannati.
a fin di bene.
per un momento
ci siamo dati il calore
del tempo sospeso
nell’attimo in cui
è ancora possibile.
tutto.
anche la felicità.

[P.B., 7/6/2019]

onda sonora consigliata

Dal finestrino

Elena Adorni 1970_The trip magazine

Il locale rallenta e si avvia piano in stazione.
In quel tempo dilatato la gente impaziente si porta alle uscite accalcandosi sui gradini. L’aria abusata della carrozza sfiata a fatica dai finestrini abbassati, fa caldo, tutto a un tratto è esplosa l’estate.
Oltre il corridoio una giovane donna, come me, resta seduta, immersa in una conversazione telefonica, faccia al finestrino. La cosa va avanti già da un po’. Lei dice no e lui insiste, non s’arrende. Posso quasi sentire quella voce lamentosa, il riverberare delle sue risposte ottuse da bambino. E mi colpisce il contrasto con la limpida fermezza di quella di lei, che non ha niente a che vedere con l’aria opprimente che si respira qui dentro.
Faccio finta di niente e continuo ad ascoltare. L’esattezza compita di quelle risposte, l’inamovibilità della sua posizione. Nonostante il caldo, la fine di una lunga giornata di lavoro, la stanchezza.
La sfioro con lo sguardo, ne carpisco la bellezza. Pantaloni scuri, eleganti e leggeri, le caviglie sottili che s’infilano in un paio di All Star chiare, alla moda. I capelli morbidi e fluenti, puntati ad arte con qualche fermaglio, il profilo affilato, fiero.
Ha le idee chiare, ama il proprio lavoro d’haute couture e ne va fiera. Sa farsi valere, eccome. Questo lui dovrebbe saperlo. No, Eric, giovedì devo impostare il lavoro con loro, non posso fare diversamente. Venerdì. Venerdì sì, lavorerò da casaNo, Eric, giovedì no. Te l’ho già detto, chiudiamola qui…
Eric non s’arrende, la vorrebbe anche giovedì, ma lei non si muove di un centimetro, deve onorare l’impegno, da troppo tempo trascura quel cliente. Lui dovrebbe sapere anche questo, ma si rifiuta di farlo.
E’ sordo e cieco l’impeto di un innamorato. E’ infantile, stupido.
Ti ho già detto che non si può fare… E comunque il mio lavoro me l’organizzo io.
Basta, questo muro contro muro mi ha stufato. Questa donna mi ha stufato. Il suo profilo, la sua voce troppo fresca, il suo argomentare esatto, mi danno la nausea, li detesto. Sarà perché sono abituato a picchiare la faccia, a soffrire. Sarà perché anch’io so essere sordo, cieco e muto. Sarà che non voglio capire.
Tanto lo so dove andranno a finire. Dove andiamo tutti a finire, prima o poi.
Mi volto, guardo fuori dal mio finestrino. Il treno sfila a passo d’uomo fra palazzine spoglie, a pochi metri dalla banchina. Osservo i loro balconi scialbi, i panni stesi, l’intonaco scrostato. Sotto di me un’auto medica a lampeggianti accesi, la fisso nell’attimo in cui spingono dentro una barella, faccio a tempo a vedere due piedi. Sul lato opposto una donna armeggia fiacca in cucina come se niente fosse. E in fondo niente è successo. Solo una vita, scorsa sotto i miei occhi in un attimo, senza far rumore.
Mi alzo. Scuoto le gambe intorpidite nei pantaloni sudati.
La giovane professionista è ancora alle prese col suo amante capriccioso.
Fisso il display del mio cellulare. Nessun messaggio. Penso a lei. Chissà adesso dov’è.
E sento la vita, la mia, scivolarmi fra le dita.

[P.B., 6/6/2019]

Immagine di copertina – Elena Adorni, su http://www.thetripmag.com