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Vito era un comandante,
ha fatto la guerra.
E ancora dava ordini
a soldati dietro le scrivanie
in attesa di sferrare l’attacco.
.
Gli mancava l’adrenalina
prima della battaglia
quella cosa che, difronte al pericolo
fa degli umani un branco compatto.
.
Vito rideva l’attimo dopo,
perché si vedeva.
Sono un figlio di puttana – diceva.
Io ho ammazzato.
Scuoteva la testa: il giudizio
di chi non può più essere salvato.
.
E Vito sapeva
che la morte se lo stava prendendo.
Ha scelto di fare come voleva,
rifiutando le mani di chi
gliene offriva una più lenta
anonima e fredda.
.
Col culo mio scopo solo io.
.
Al virus sono bastati due giorni
per fottere il suo cuore braccato.
.
Vito ha reso le armi
al suono di una sirena.
.
[P.B., 17/11/2020]
Ciao Vito
Sì.
Hai consegnato al volo le parole e il ricordo.
Non aggiungo altro per non disturbare questo silenzio. Ciao Vito. Grazie Paolo.
Ps. La foto… ricorda gli scarabocchi che lascio in giro anch’io e scrivo ovunque. Allora non sono l’unica antitecnologia…
Grazie della tua delicatezza, Catia.
Vito per molti anni è stato un riferimento. La sorte ha voluto che non il fronte, ma un virus… Ma diciamo che dopo l’attentato del ’95 che ha minato per sempre la sua salute, ha avuto modo di fare ancora tanto… Non era una persona facile, ma ne porterò con me un buon ricordo.
Ciò detto, sì, scrivo pizzini e imbratto fogli di qualsiasi tipo. E la cosa mi dà più gusto. Anche la parola in qualche modo deve essere plasmata, scolpita, estratta. E le cancellature sono tracce importanti, a volte sono ferite. Hanno un senso.
“C’è una vita e c’è una morte, e in mezzo ci sono bellezza e malinconia” secondo Camus, ed io tra i versi che hai scritto ritrovo questo fotogramma ben definito. Nel fermare l’attimo tu hai liberato la ferita.
Eppoi viva i pizzini!!! Sono d’accordo con te parola dopo parola… Un foglio pieno di cose sono l’estensione di ciò che siamo, scultori di parole che dalla carta liberiamo al vento. Tutto ha un senso perfetto. Ti abbraccio.
Grazie Catia. Sempre vicina, davvero.
Ricambio l’abbraccio.
P.
post e commenti commoventi…
Grazie Lucia.
Una buona serata,
P.
Anche a te!
una storia come tante dei nostri tempi…
Indubbiamente. A marzo le persone cadevano come foglie. Tuttavia, il caso ha voluto che la morte non fosse ancora arrivata così vicina. Dei colleghi, lui è stato il primo (spero l’ultimo).
la terra gli sia lieve
Grazie, Flavio.