sono fortunato, la vita
poteva togliermi altro
invece, ha colpito di sbieco
mi ha appena sfiorato
un piccolo sgarbo
e un sentire scaleno.
eppure, non la sopporto
la gente che ride
di te, di una tua sfiga
che, se non ridesse
non lo sarebbe neanche
una sfiga.
prendi ieri, al bar
c’era rumore
io intento a parlare
occhi attenti, specchi sinceri
mi stavano ad ascoltare.
poi lei passa e mi chiede – caffè?
io non la sento, ma vedo
la gente di fronte.
perché ridete? – domando.
si sa, io rido sempre
ma così non mi piace.
e allora sbotto, esplodo
dalla mia umile quiete
una bestia feroce
per un nonnulla, sia chiaro
ma sono ormai quarant’anni
che dura, questo stupido gioco.
Il sentire scaleno però ha effetti tremendi: è tutto uno squilibrio, non ritrovi più i tuoi punti di appoggio. Capita anche a me, ma nel mio caso arriverei a parlare di sentire scazonte, come l’irrazionale metrica del verso zoppicante che ai tempi di scuola poteva anche muovere al riso, ma ora bisogna starci attenti.
Riesci sempre a stupirmi…
Ma lo spunto lo dai tu, eh 😉
Devo ammettere che nel dare “fiato” al mio sfogo un po’ ti ho sentito vicino.
Allora ti sono scalenamente vicino 😉 ma sai cosa? Tu parli della gente che ride a una tua sfiga…pensa che io nella cosiddetta sfiga quasi cercavo per primo di ridere, e far ridere. E mi detestavo. Ma non potevo farci nulla. Veniva così.
Capisco, capisco. Non è il riso in sé, che è una lama a doppio taglio, in verità. E’ la mancanza di sensibilità (o l’eccesso, il disagio che ne consegue) che può sottendere.
Sì. Del resto, come dici tu alla fine, è uno stupido gioco, ma penso lo sia per tutti, non solo per te.
Sai cosa mi arriva? Cosa mi fa incazzare? Lo scherno. “Non sei normale = fai ridere”. Se si divertono così…
Beh, certo. Lo scherno non ha nulla di nobile e/o ilare.
Ma forse è preferibile lo scherno alla commiserazione… A me basterebbe che mi si ripetesse la domanda un po’ più forte. Nulla più. I sentimenti e le risate le lascerei fuori.
il trimetro giambico scazonte! rido da sola, scusatemi!
(Paolo perdona il commento inutile si vede che oggi è tutto molto 1992!)
:-))
No, è che sul trimetro io già barcollo, se poi mi fai il giambico, vado per terra. Per non parlare dello scazonte! Il colpo di grazia, direi…
Nel 1992 anch’io affrontavo quella materia, e oggi cosa mi resta? Solo un andra moi ennepe, e cara grazia.
io invece emos de erighenia fanè rododactulos eos
Ragazzi, abbiate pietà, oltre a essere sordo, non so il greco. Sono un rozzo ingegnere.
Vado di labiale.
Nessuno sa il greco. (ah ah! Nessuno! ho fatto una battuta nerd da grecista all’ultimo stadio, spero di capirla solo io!) Da ingegnere almeno il sigma maiuscolo lo sai, percio’ puoi unirti alla compagnia!
Oh, l’aurora ditirosata. Certo 🙂
Paolo qui mi ricordi un po’ il Ghisa…
Interessante!
il tuo Ghisa eh! Non la mia versione!
Sì, intendo… (ci rifletterò)
Belli questi versi che fanno un po’ invettiva. Mi piacciono i versi corti che danno il ritmo e un po’ il singhiozzo. Mi piacciono perché sono diversi e un po’ da te non me li aspetto, e invece mi hai stupito. Bravo!
Ebbene. M’incazzo anch’io. E più di tutto mi incazzo con me stesso, perché non lo faccio come si deve.
Incazzarsi in versi è da professionisti!
Mettiamola così.
Grazie Silvia, sempre troppo gentile con me.
non mi è molto chiaro il contesto ma dico semplicemente che ci sono dei periodi in cui si è oggettivamente più sensibili e/o vulnerabili.
Concordo con te.
Capisco che non sia molto chiaro questo mio scritto. Ne do una breve spiegazione.
Sono sordo da un orecchio (nervo acustico andato) più o meno dall’età di sei anni.
Da allora convivo, quasi senza accorgermene, con questo piccolo handicap (H). Tutto bene, se non che, alle volte, la gente dimostra di avere ormai esaurita la propria pazienza. Tanto da trovare ridicolo e degno di scherno il dover far ripetere le cose con voce un po’ più stentorea.
Ci sono abituato, ma alle volte, come dici tu, esser passato per “scemo” o “leso”, quando in realtà ci si considera “normali”, dà un po’ fastidio.
E’ questo il senso della premessa: io sono (molto) fortunato, non so cosa significhi stereo, non sento chi mi parla da sinistra in macchina, nei luoghi affollati o rumorosi necessito di un po’ di pazienza, ma ciononostante mi reputo “normale” e mi piacerebbe che gli altri facessero altrettanto.
Non volevo invitarti a darmi spiegazioni. Sono cose molto personali ed è sacrosanto che ti reputi “normale”. Purtroppo ci sono. handicap mentali causati dal pregiudizio, stupidità, insensibilità, che davvero non sono normali ma comunemente accettati da questa marcia società… e allora sai che c’è? Che non essere normali in una società intrinsecamente malata va bene, vuol dire non far parte di questo schifo. Io di solito scrivo così sul mio diario privato, mi ha fatto strano ritrovarlo su un blog pubblico ma posso assicurarti che la tua “cripticità” era una qualità! E comunque ribadisco, ci sono momenti in cui anche noi siamo meno tolleranti di fronte alla stupidità altrui, il che non vuole minimamente essere un invito ad essere più tolleranti, solo una constatazione. Coraggio💪😊
Condivido in pieno ciò che hai scritto. Privato e pubblico. 🙂
😊
PS.
Ne ho approfittato per dare qualche piccola “aggiustatina”…
ma noooo, tranquilloooo! 😊
Figurati!
L’ho fatto per me. Il poeta è egocentrico ed egoista. Sempre. Adesso a me piace di più! Non amo essere troppo ermetico.
L’importante è che piaccia innanzi tutto a te infatti… a me piaceva pure prima comunque e pure adesso😊
Grazie del commento.
di niente 😊
C’è gente che ha l’orecchio assoluto, ma non sente nulla con il cuore. C’è gente che non sa più ridere di se stessa e sa solo abbaiare agli altri. Questi tuoi versi dimostrano che sentì benissimo e sai regalare un sorriso agli altri.
Grazie Red. Hai inteso lo spirito di questo mio sfogo. Non volevo essere polemico. Ma dire semplicemente ciò che non dico mai. Si tratta di pazienza, in fondo. Da entrambe le parti: di chi si deve far carico di un difetto, ancorché involontario e indesiderato, e di chi ce l’ha e suo malgrado mette alla prova chi gli sta accanto. Pazienza e rispetto. E ogni tanto ci scappa uno sfogo…
Fossero così sobri tutti gli sfoghi sarebbe un mondo migliore. Ti comprendo e ti appoggio. A chi devo venire a spezzare le gambe? 😂
:-)))
La sponteneità prima di tutto :)) è molto bella la tua poetica perchè è semplicemente vera, sentita. Le parole arrivano a chi le sa accogliere e tu lo fai bene.
Grazie, Marta. E’ bellissimo ciò che hai scritto. Lo tengo stretto.